IL paradiso perduto di Franz Biberkopf

IL paradiso perduto di Franz Biberkopf
IL paradiso perduto di Franz Biberkopf 5 1 Anonymous

Alfred_doblin

Nella Berlino di fine anni venti, brulicante di gente, tram, automobili, metropolitane, fabbriche e negozi, chiaro riflesso di quella serialità capitalistica in cui anche l’individuo cessa di essere tale per divenire un prodotto finito ed omogeneo, si svolgono le vicende di Franz Biberkopf, nel romanzo di Alfred Döblin, Berlin Alexanderplatz del 1929. È un mondo in cui domina la massa, che induce a dare un’immagine dell’insieme che racchiuda in sé quanto più possibile, in una sorta d’istantanea che assembla persone, vicende, fatti, tra loro i più disparati confermando l’egemonia del tutto sulla parte, secondo uno schema di caotiche associazioni che porta inoltre all’alternanza di diversi generi e linguaggi all’interno dello stesso capitolo: l’articolo di giornale, il linguaggio radiofonico, la parabola, un passo della Bibbia, l’aneddoto. È un mondo in cui c’è posto per tutto e per tutti. Il punto è che riuscire a trovarlo significa pagare un dazio molto alto: rinunciare alla propria anima. Franz esce dalla prigione di Tegel dopo quattro anni per aver assassinato la sua fidanzata Ida. Sembra quasi non voler abbandonare il carcere, emblematica è la frase della prima pagina che definisce la sua ritrovata libertà come un castigo. Quando, uscito dal carcere, viene scaraventato in quel campo di battaglia impugna le armi scegliendo di usarle sempre nel momento meno opportuno, o addirittura preferendo deporle laddove sarebbe stato necessario utilizzarle. Sono trascorsi dieci anni dalla grande guerra e poco più ne mancano per lo scoppio della seconda, ma la guerra è ancora e già per le strade, tra gli uomini. Non si lotta per alcun ideale, ma per la sopravvivenza la quale diventa molto spesso l’alibi per giustificare le cattive azioni: «[…] tu ti sei difeso per tutta la vita. Difendersi, difendersi, questo è il codardo desiderio dell’uomo, e perciò rimane sempre allo stesso punto e non va mai avanti». Sono le parole che la morte pronuncia a Franz, alla fine della sua vecchia vita. Franz Biberkof, dopo aver scontato la sua pena, comincia con il piede giusto svolgendo lavoretti umili ma onesti fin quando, a causa di una serie d’incontri sbagliati, non si condannerà alla distruzione, in una serie di avvenimenti dall’incommensurabile ferocia che lo condurranno alla follia. Il finale dantesco e non solo, conferisce al romanzo un tocco di epicità. Franz Bieberkopf fa un viaggio nell’oltretomba in cui la morte oltre a fargli incontrare le persone morte a causa sua, gli fornisce una rassegna di tutte le volte in cui avrebbe dovuto affrontare la faccenda cercando una soluzione, anziché scappare, senza assumersi alcuna responsabilità o preferendo salvaguardare l’immagine di sé rispetto agli altri. Franz Bieberkopf come Adamo nel Paradiso perduto di Milton, compie il viaggio ultraterreno in compagnia di due angeli i quali gli mostrano come ha permesso che il serpente lo tentasse, vincendolo. Non a caso l’episodio del peccato originale, raccontato nella Genesi, è continuamente riportato nel romanzo di Döblin, come un ritornello. L’uomo è dotato di libero arbitrio, non c’è alcun destino a scegliere al suo posto, alcuna forza trascendente che agisca contro il suo volere causandone i mali, ogni azione è frutto di una scelta personale. E sempre come il personaggio biblico, protagonista del poema, la morte non lo accontenterà portandoselo via; per Franz sarebbe stato molto più semplice morire, ma gli concederà un’altra possibilità, supportata dalla bellissima immagine della pagnotta di pane che infornata, lieviterà. Gli verrà concessa la speranza.

Franz e tutta la società diventano i protagonisti di un poema epico, in cui falliscono nell’essere autori delle loro vite. Sono in grado di costruire case, ponti, palazzi, stazioni metropolitane, aprire nuove società, aziende, combattere guerre, ma falliscono nel costruire, mattone dopo mattone, le loro esistenze che, al contrario, distruggono.

La Berlino di Franz Bieberkopf è l’inferno dantesco, il paradiso perduto, il giardino dell’eden, tutti insieme. In essa Franz ha visto e vissuto speranza, paura, orrore, disperazione, fine e risurrezione. Nonostante la redenzione, Franz però deve la sua rinascita non a se stesso, ma ad una forza oscura e superiore che lo ha scosso e salvato, confermando il suo stato d’inoperosità. Condizione appartenente non solo a Franz Biberkopf ma ad un’intera società la cui filosofia si fonda sul verbo “fare”.

IL PARADISO PERDUTO DEL CORPO

Le patate e le salsicce sono due ingredienti fondamentali nella cucina tedesca, manco a dirlo nella pagina d’esordio del romanzo Berlin Alexanderplatz, la prima immagine sui cui cade lo sguardo di Franz Biberkopf voltandosi mentre abbandona il carcere, è quella dei suoi ex-compagni impegnati a raccogliere patate nei campi. Inoltre nelle affollate e caotiche osterie che frequenta Franz Biberkopf, la patata viene servita molto spesso nelle zuppe, piatto tipico della cucina tedesca, e sottoforma di contorni come accompagnamento alle ancora più note salsicce, agli stinchi e alle costolette di maiale.

Le patate evocano numerosi piatti, tutti molto gustosi, tra questi, uno particolarmente stuzzicante è sicuramente rappresentato dagli gnocchi. Marianna propone la versione dei nostri vicini germanici, gli Shupfnudeln affiancati dall’edizione sannita delle weisswust ovvero le salsicce bianche. Quest’ultime sono composte da un misto di carne di vitello e di maiale e sono servite con un contorno di crauti e purè. Da noi le salsicce sono preparate con carne di maiale, pepe e sale, hanno una forma più o meno lunga e sono molto doppie. Il piatto che presentiamo richiede un solo ingrediente per la preparazione: il vino bianco.

Come dolce abbiamo scelto la Pflaumenstreusel ovvero la torta alle prugne. In Germania è tipica di fin’estate, quando si trovano le prugne nere, oltre ad essere di stagione quindi, il suo periodo di preparazione corrisponde ad un punto fondamentale nella trama del romanzo. Infatti tra la fine di agosto e i primi di settembre si consumerà l’omicidio dell’amante di Franz Biberkopf, la prostituta Mieze, ad opera di Reinhold. Personaggio estremamente ambiguo, all’inizio sarà per Franz un buon amico con cui scambiarsi le donne, poi lo condurrà alla distruzione coinvolgendolo in loschi affari e tentando di ammazzarlo quando proverà a ribellersi, procurandogli la perdita del braccio. Ma dopo l’incidente Franz decide di darsi alla malavita per guadagnare, allora lo riavvicina e gli presenta, quasi come una dimostrazione della sua capacità a farsi amare, la fidanzata Mieze, la quale avendo intuito qualcosa cerca di scoprire cosa Reinhold in passato abbia fatto a Franz e parte con lui per qualche giorno. Il rapporto di Reinhold con le donne è sempre stato perverso, ossessivo e Franz nei primi tempi della loro amicizia vuole aiutarlo; se in un primo momento vive intense passioni con le donne che incontra, dopo qualche tempo sente il bisogno impellente di abbandonarle. Mieze lo rifiuta e questo atto le costa la vita. Da qui ha inizio la morte e risurrezione di Franz Biberkopf che verrà accusato dell’omicidio.

La torta può essere cucinata in due modi: con un impasto preparato con il lievito madre o con il crumble, una sorta di sbriciolona. Noi abbiamo optato per quest’ultima versione, gentilmente presa dal blog Les Temps de Cerises.

La caduta dell’uomo in tavola ripropone ogni volta l’episodio del peccato originale. Il cibo, in particolare quello calorico, rappresenta l’incapacità dell’uomo di dire no al male. Così ogni volta perdiamo il paradiso, ma lo recuperiamo con la dieta del giorno dopo.

SALSICCE AL VINO BIANCO con SCHUPFNUDELN

SALSICCE AL VINO BIANCO 2                            SALSICCE AL VINO BIANCO

SALSICCE AL VINO BIANCO(x 4):

– 4 salsicce

– vino bianco

      – acqua

In una padella mettere le salsicce, riempire un bicchiere per metà con il vino e per metà con l’acqua e cospargerlo sopra, mettere il coperchio e far cuocere. Tenere il coperchio fino a quando le salsicce non cominciano a sbollentare, a quel punto scoperchiarle e farle cuocere a fiamma moderata. Se necessario, aggiungere di tanto in tanto un po’ d’acqua.

SCHUPFNUDELN:

-400gr di patate

-una tazza di farina

-2 tuorli d’uovo

-olio d’oliva e burro

-sale

Bollire le patate pelarle e schiacciarle, lasciar raffreddare.

Quando saranno ben raffreddate, unire i tuorli, la farina e un pizzico di sale (volendo anche una spolverata di parmigiano).

Impastare fino ad ottenere un composto morbido e consistente dal quale ricavare dei pezzetti da sfregare tra le mani fino ad ottenere un “bastoncino” di 5 cm circa.

Adagiarli su di un piano infarinato cospargervi altra farina sopra.

Ripassarli nella farina e buttarli in acqua bollente salata.

Una volta saliti a galla prelevarli con una schiumarola.

In una padella far riscaldare l’olio con il burro e saltare gli schupfnudeln fino a quando non saranno ben rosolati e croccanti.

Servire come contorno alle salsicce.

PFLAUMENSTREUSEL (TORTA ALLE PRUGNE)

 PFLAUMENSTREUSEL (TORTA ALLE PRUGNE) 2                               PFLAUMENSTREUSEL (TORTA ALLE PRUGNE)

PFLAUMENSTREUSEL (TORTA ALLE PRUGNE)

– 250gr di prugne
– 100gr di zucchero
– 200gr di burro
– 300gr di farina
– 1 uovo
– 1limone
– 60gr di zucchero di canna
– 60gr di granella di nocciole
– 1 punta di cucchiaio di lievito

Lavare e denoccciolare le prugne tagliarle e metterle in un pentolino, farle cuocere a fuoco medio per qualche minuto. Poi aggiungere il limone, 50gr di zucchero mescolare fino a quando la frutta si sarà totalmente disfatta a quel punto spegnere il fuoco e mettere da parte il pentolino.
In una ciotola impastare 120gr di burro ammorbidito (la restante parte va rimessa in frigo perché servirà più tardi fredda) con i restanti 50gr di zucchero lavorare bene e a poco a poco incorporare metà della farina e un tuorlo lavorare fino ad ottenere un impasto soffice. Foderare uno stampo per dolci con della carta da forno e stendervi l’impasto, infornare in forno preriscaldato e lasciar cuocere per una ventina di minuti a 180°.
Nel frattempo preparare il crumble mescolando i restanti 150gr di farina con il burro freddo tagliato a pezzetti, lavorare il tutto con le mani sbriciolandolo e formando dei grumi a ciò aggiungere lo zucchero di canna e le nocciole. Togliere la base dal forno e stendervi sopra delicatamente la salsa di prugne e il crumble lasciandolo grumoso, infornare per altri 40 min. a 180° la superficie deve risultare dorata.

Approfondimento

Ecco due episodi della miniserie del 1980 del regista tedesco Reiner Werner Fassbinden tratta dal romanzo Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin. Si tratta per la precisione del primo episodio Comincia la pena in cui il protagonista Franz Biberkopf, scontata la pena, lascia la prigione per ritornare nel mondo esterno e del decimo episodio Un amore costa sempre caro dove Franz viene tradito da colui che considerava un amico: Reinhold. Il film è considerato un capolavoro del regista tedesco.

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