Biografie

se una notte d'inverno un viaggiatoreItalo Calvino Nasce a Santiago de Las Vegas, a Cuba, nel 1923. Esordì con un romanzo Il sentiero dei nidi di ragno (1947; nuova ed. con una significativa introduzione,1965), in cui, rievocando sullo sfondo della guerra partigiana in Liguria, dove si era trasferito bambino con la famiglia, le proprie giovanili esperienze, amare e crudeli, mise in crisi il realismo allora imperante svolgendo motivi di angoscia. I racconti di Ultimo viene il corvo (1949) mostrano, più che un progresso in questa direzione, lo sforzo che l’indagine dei confini della realtà costa allo scrittore: ci sono motivi schiettamente neorealisti, di genere moralistico-didattico, accanto a rinnovate espressioni dell’orrore dei «mostri» e una tendenza a risolvere il fatto in avventura, a dissolvere i tipici moduli tematici neorealistici in paradosso, a farli esplodere in favola, in meraviglia, in effetto di magia. C. cerca il sostegno di un’ideologia letteraria che gli fornisca un alibi di fronte alle accuse di parte neorealista di disimpegno, di evasione, e costituisca la base di pensiero su cui fondare la scelta di un discorso come allegoria, conte philosophique, pamphlet, saggio e moralità di illuministico modello, denso di allusioni contemporanee. L’operazione avviene con la trilogia de Il visconte dimezzato(1952), Il barone rampante(1957) e Il cavaliere inesistente (1959). Il primo romanzo trova un felice equilibrio fra la libertà estrema dell’invenzione e dell’avventura e la fermezza dell’apologia morale che inquadra con suprema eleganza e ironia il motivo della necessaria compresenza di bontà e malvagità nell’uomo. Più fedele alle regole del conte philosophique è il secondo romanzo, che inventa, sullo sfondo di una settecentesca provincia italiana, una ribellione alle assurde costrizioni di una società in crisi attraverso un contatto rinnovato con la natura. Molto meccanico risulta il terzo, che, nella rappresentazione satirica dell’obbedienza cieca, dell’alienazione che rende l’uomo inesistente, questa volta sui cartoni di un Medioevo cavalleresco di maniera, tenta di stabilirvi sopra un gioco continuo di allusioni a situazioni contemporanee. C’è, nella trilogia che C. ha riunito sotto il titolo complessivo I nostri antenati (1961), uno sforzo di risolvere il problema del significato e dell’ampiezza e profondità del reale respingendolo nel simbolo o rinviandolo all’ambito rarefatto e distanziato dell’allegoria: è un modo per allontanare la questione, per rinviarla nella dimensione della favola, dove gli uomini vengono tagliati a pezzi e ricuciti insieme, uccisi, si rimettono subito dopo in piedi, vecchi, spariscono rapiti in cielo da una mongolfiera. Contemporaneamente, però, C., sfrutta appieno gli strumenti di una sapienza letteraria che consente la confezione perfetta dei prodotti «fantastici». Accanto, però, stanno ricerche del tutto diverse: il romanzo operaio torinese I giovani del Po, scritto nel 1950-51 (e pubblicato nel 1957-58), cos’ programmaticamente costruito su schemi moralisti; i tre racconti de L’entrata in guerra (1954), ricerca, fra realtà e moralità, del senso della violenza gratuita, della distruzione cieca, della solitudine, della desolazione sullo sfondo dei primi di guerra (con particolare riferimento al racconto Gli avanguardisti a Mentone, il più approfondito e nuovo); i precedenti, contemporanei e successivi racconti brevi e lunghi, come La formica argentina (1952), La speculazione edilizia (1957), La nuvola di smog (1958), tutti raccolti nel volume dei Racconti. Da ricordare, di questo periodo, anche la raccolta delle Fiabe italiane (1956). C. affronta nelle sue opere i temi della vita sociale italiana nei primi anni del miracolo economico, e, insieme, discute di posizioni politiche avvalendosi degli strumenti dell’obiettivazione saggistica, dell’osservazione critica, del commento strorico-sociologico; ma i momenti più efficaci sono costituiti da certi improvvisi e intensi squarci di rappresentazione dell’orrore inconsapevole dell’esistenza costretta della città, della vita collettiva. Da questa situazione sempre più messa a fuoco nasce il risultato di crisi più significativo dell’autore, La giornata d’uno scrutatore (1963), dove la prospettiva è violentemente ribaltata, e il contatto con i problemi politici è raggiunto non per mezzo della meditazione razionale ma attraverso l’angoscia della deformazione fisica e morale, dello sconvolgimento mentale, della metamorfosi atomica, della morte. Nei racconti di Marcovaldo (1963) l’omonimo protagonista, manovale dal cuore semplice, cerca e sa trovare la presenza della natura in un mondo urbano rappresentato come un’alienata distesa di cemento, sinistramente illuminata dai neon delle insegne pubblicitarie. Non più che un divertimento mondano sono i racconti de Le cosmicomiche (1965; poi ampliato col titolo Cosmicomiche vecchie e nuove, 1984), dove l’invenzione di una sorta di fantascienza rovesciata, rivolta alle vicende ancestrali dell’universo, al passato più remoto, non va oltre l’abilità del gioco. Con il volume Ti con zero (1967) l’autore si ricollega alle Cosmicomiche. Sembra una raccolta di racconti di fantascienza, ma il genere è trattato in maniera originale e problematica: sono narrazioni giocate sui concetti di tempo e di spazio, ma motivo di fondo è la riflessione sull’essenza stessa del raccontare. Nelle ultime opere dello scrittore, infatti, si accampa come fondamentale e quasi ossessiva la struttura formale del «racconto del racconto», con la sperimentazione e la verifica di tutte le molteplici potenzialità della finzione narrativa. La vicenda si riduce a pretesto o, meglio, diventa una specie di cornice, come nelle Città invisibili (1972), dove si suppone che Marco Polo descriva, per sintetici quadri, all’imperatore Kublai Khan le straordinarie città visitate nelle sue ambascerie. Così nel Castello dei destini incrociati (1973), lo spunto dei racconti è fornito dalle carte dei mazzi di tarocchi (l’opera è divisa in due parti, con la prima che dà il titolo originale, già pubblicata nel 1969, e la seconda col titolo La taverna dei destini incrociati). In Se una notte d’inverno un viaggiatore(1979), C., si spinge addirittura a costruire un’opera dove ogni capitolo funge da inizio di un possibile romanzo, che regolarmente s’interrompe. La stessa abilità si palesa in Palomar (1983), dove la scrittura raggiunge punte estreme di astratta rarefazione, lasciando stupefatto il lettore, come davanti ad un equilibrista che procede con gelida disinvoltura sul vuoto, sul vuoto naturalmente del racconto. Di lucida intelligenza appaiono gli interventi critici su vari argomenti e di periodo diversi raccolti nel volume Una pietra sopra (1980) che confermano la forte vena saggistica dello scrittore. Collezione di sabbia (1984) è un’antologia di articoli giornalistici, scritti di viaggio e divagazioni intellettuali. Postumi sono stai pubblicati i racconti Sotto il sole giaguaro (1986). Dopo la morte di C., sono continuati a uscire nuovi libri che comprendono testi sia editi che inediti. Rilevanti sono Lezioni americane (1988), scritte per un ciclo di conferenze da tenere all’università di Harvard. Ricordiamo inoltre I libri degli altri. Lettere (1947-1981)(1991), raccolta di lettere editoriali; La strada di San Giovanni (1990), e Prima che tu dica «Pronto»(1993), volumi di racconti che ricoprono un ampio arco di tempo.

deleddaGrazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871, pubblica il suo primo racconto Sangue Sardo a diciassette anni. Grazia è una ragazza diversa, destinata a destare scandalo nella provincia nuorese. Non dedita ai lavori domestici, si rifugia nella fantasia dandole un volto attraverso le parole. Caparbia, invia i suoi primi racconti alle riviste “per signorine”, antenate degli attuali “femminili”. Con grande stupore vedrà la sua prima novella pubblicata accanto ad una pubblicità di prosciutti. La fama nazionale avvenne grazie a Ruggiero Bonghi che scrisse la prefazione al romanzo Anime oneste. Grazia, senza alcuna esitazione, spinta da un profondo orgoglio, consacra la sua scrittura alla celebrazione della Sardegna confermandolo in numerose lettere. Regione poco conosciuta e troppe volte giudicata ingiustamente dall’esterno. A conferma della centralità della terra sarda nella sua scrittura, c’è il giudizio espresso dalla commissione per il premio Nobel, in occasione della sua vittoria nel 1926. Anziché porre l’accento sulle caratteristiche stilistiche dell’opera, viene esaltata la capacità divulgativa circa gli usi, i costumi e le tradizioni di una regione ancora troppo ermetica. Come tutti gli scrittori, saranno soprattutto le sue ultime opere a parlarci di lei più dettagliatamente: La Chiesa della concezione (1934) in cui la protagonista è colpita da tumore alla mammella, il male di cui morirà la Deledda nel 1936. Ma è in Cosima, romanzo uscito postumo e pubblicato a puntate sulla Nuova Antologia, che Grazia racconta la propria biografia, dalla giovinezza al matrimonio con il funzionario ministeriale Palmiro Madesani che seguirà a Roma, dove vivrà il resto della sua vita. Ed è grazie a queste pagine che veniamo a conoscenza di quanto sia stato precoce l’amore di Grazia per la scrittura e dell’avversione di Nuoro nei confronti di una ragazza che sfidava i ruoli affidati a maschi e femmine in una società agro-pastorale, patriarcale, barbaricina. Elias Portolu (1903) rappresenta il romanzo in cui si condensano tutti i motivi più personali: il paesaggio sardo, la decadenza delle antiche famiglie che vanno in rovina, il barbarico fondo dei miti religiosi, delle feste, delle tradizioni locali. Dopo Cenere (1904), L’edera (1906), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), L’incendio nell’uliveto (1918), La madre (1920) rappresentano le sue opere più intense. Successivamente al dramma pastorale in versi La grazia, ad indicare la nuova fase della scrittura deleddiana sono: Cattive Compagnie (1921), Il segreto dell’uomo solitario (1921) Il flauto del bosco (1923), La fuga in Egitto (1925), Annalena Bilsini (1927) appartenente ai cosiddetti romanzi padani, scritti in seguito alla sua permanenza ogni anno, in autunno, nelle terre d’origine del marito; ricordiamo inoltre La casa del poeta (1930); Il paese del vento (1931), La vigna sul mare (1932), La chiesa della solitudine (1936). Muore a Roma il 15 agosto 1936.

 

 

 

 

doblinAlfred Döblin è uno scrittore di origine ebraica; nasce a Stettino, nella Pomeriana prussiana, nel 1878. Nel 1905 si trasferisce a Berlino, dove si laurea in medicina. Parallelamente alla professione di medico psichiatra, collabora con la rivista espressionista «Der Sturm» di Herwarth Walden. Di ritorno dalla prima guerra mondiale, nel 1919, si trasferisce nel quartiere di Berlino, Lichtenberg e aderisce al partito comunista. Collabora inoltre con il «Prager Tagblatt» per il quale redige articoli che trattano della vita quotidiana berlinese ai tempi della repubblica di Weimar. Articoli che poi confluiranno nel suo romanzo, ritenuto un capolavoro, Berlin Alexanderplatz del 1929. Nel 1933, in seguito all’avvento al potere di Adolf Hitler, si trasferisce a Parigi, dove ottiene la cittadinanza francese. Nel 1940 emigra negli Stati Uniti, dove si converte al cattolicesimo. Nell’immediato dopoguerra torna in Germania, qui svolge l’attività d’ispettore letterario nella zona di occupazione francese ed è editore della rivista letteraria «Das goldene tor». Nel 1953 fa ritorno in Francia dove vive fino al 1956. Muore nel 1957 a Emmendingen vicino Friburgo.

 

 

 

 

 

mbovary - Copia - CopiaGustave Flaubert nasce il 12 dicembre 1821 a Rouen, in Alta Normandia. Nel 1836 sulla spiaggia di Trouville incontra Élisa Schlésinger, suo grande amore. Nel 1843 comincia l’amicizia con Maxime Du Camp. L’anno successivo interrompe gli studi e si trasferisce nella residenza di Croisset a causa di problemi di salute. Tra il 1849 e 1851 intraprende un viaggio in Oriente con Maxime Du Camp. Visitano l’Egitto, la Palestina, la Siria, il Libano, Costantinopoli, la Grecia, l’Italia. Nel settembre del 1851 intraprende la redazione di Madame Bovary che terminerà nell’aprile del 1856. Dal 1° ottobre al 15 dicembre il romanzo viene pubblicato a puntate sulla rivista La revue de Paris, con notevoli tagli che non saranno ben visti dall’autore. Nel gennaio del 1857 Madame Bovary viene accusato di oltraggio alla morale pubblica e religiosa. Flaubert viene assolto. In aprile dello stesso anno il romanzo è pubblicato in due volumi presso l’editore Lévy. Sempre in quell’anno Flaubert comincia a scrivere Salambô che sarà pubblicato nel 1862. Due anni dopo Flaubert intraprende la stesura de L’Éducation sentimentale, pubblicato poi nel 1869. Nel frattempo riprende la lavorazione di Bouvard et Pécuchet che sarà pubblicato nel 1880, anno della sua morte a causa di un’emorragia cerebrale.

ALTERNATIVFrancesca Garau nasce a Sassari (Sardegna) il 31 maggio 1976. Scrittrice all’opera del suo primo lavoro di narrativa fantasy dal 2009. Alla realizzazione di quest’opera, l’autrice ha dedicato diversi anni, affrontando studi su ogni settore, dal marketing fotografico alla musica, dalle divise militari allo stile di vita dei soldati su piattaforme, caserme, ruoli in specifiche missioni e sui Marines americani. Nata in Sardegna e vissuta fino al 2011 a Sennori, piccolo paese della provincia di Sassari. Si diploma in Ragioneria, studia pianoforte, organo e composizione organistica e direzione corale, compiendo anche studi universitari Etnomusicologici. Direttrice di coro, compositrice, insegnante di pianoforte e teoria musicale presso la scuola civica di musica del suo paese. Il suo primo esordio come Autore di narrativa, avviene nel Settembre 2012, con la pubblicazione fantasy “I Dukkha” (Youcanprint edizioni), primo libro della quadrilogia fantasy dei dukkha guerrieri del cuore. Nel 2013 vince la pubblicazione della poesia “Io e la mia divisa” con il concorso Versi in volo 2013, pubblicata nella raccolta La città (poesie autori vari) casa editrice Sensoinverso edizioni Ravenna.
Autrice nel 2013 del romanzo “Alternativo a te” (Youcanprint edizioni)
Sposata, vive a Rimini dal 2011 e si dedica a tempo pieno alla sua grande nuova passione: la scrittura. Affascinata dall’uniformologia, colleziona modellini di aeromobili, navi militari e berrettini di uniformi di tutto il mondo.
Attualmente al lavoro per altre opere di narrativa.

lessico famigliareNatalia Ginzburg nasce il 14 luglio 1916 a Palermo, da Giuseppe Levi e Lidia Tanzi, ultima di cinque fratelli. È il caso a farla  nascere a Palermo: il padre, triestino, insegnava anatomia comparata all’Università di Palermo, in quegli anni; divenne più tardi un biologo ed un istologo di grande fama. La madre era lombarda, ed era figlia di Carlo Tanzi, avvocato socialista , amico di Turati. Figure di primo piano nella famiglia erano, Eugenio Tanzi psichiatra, zio della madre, il musicologo Silvio Tanzi, morto giovane, fratello della madre, e Cesare Levi, fratello del padre, critico teatrale e studioso. Nel 1919 la famiglia Levi si trasferisce a Torino, Natalia non frequenta le elementari, studia in casa. Nel 1935 consegue la maturità classica e s’iscrive alla Facoltà di Lettere ma non si laureerà mai. Nel frattempo comincia a pubblicare i primi racconti su «Solaria», «Il Lavoro»,«Letteratura» (1934-37). Nel 1938 sposa Leone Ginzburg che segue al confino, senza limite di tempo, a Pizzoli, un villaggio a quindici chilometri dall’Aquila, coi figli Carlo e Andrea. All’Aquila nasce la figlia Alessandra. Nel 1942 pubblica, presso la casa editrice Einaudi, il suo primo romanzo, La strada che va in città, con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte. Il 26 luglio del 1943 Leone Ginzburg lascia il confino e di lì passa a Roma, dove in settembre comincia la lotta clandestina. Il 1° novembre, coi tre figli, Natalia raggiunge il marito a Roma, in un alloggio di fortuna in via XXI Aprile. Il 20 novembre Leone è arrestato dalla polizia italiana nella topografia clandestina di via Basento. È trasferito nel braccio tedesco di Regina Coeli. Il 5 febbraio del 1944 Ginzburg muore nelle carceri di Regina Coeli. Dal giorno dell’arresto fino a quello della morte, Natalia non vide mai il marito. Dopo una provvisoria sistemazione nel convento delle Orsoline al Nomentano, si trasferisce coi figli a Firenze, in casa della zia materna. Liberata Firenze, ritorna a Roma in ottobre. È assunta come redattrice nella casa editrice Einaudi. Nel 1945, in ottobre, ritorna a Torino, nella vecchia casa in via Pallamaglio, continuando a lavorare nella casa editrice Einaudi. Nel 1947 pubblica il romanzo È stato così. Nel 1950 sposa Gabriele Baldini, professore di Letteratura inglese a Trieste; Natalia continua a vivere a Torino. Nel 1952 si trasferisce con il marito a Roma e pubblica il romanzo Tutti i nostri ieri. Nel 1960 si trasferisce a Londra dove Baldini è chiamato a dirigere l’Istituto italiano di cultura. Nel 1961 pubblica il romanzo breve Le voci della sera. Nel 1962 pubblica la raccolta di saggi Le piccole virtù. Nello stesso anno ritorna a Roma. Nel 1963 pubblica Lessico famigliare. Nel 1965, scrive la commedia Ti ho sposato per allegria, che viene rappresentata con successo. Seguono nel 1968, L’inserzione e La segretaria. Nel 1969, muore all’Ospedale San Giacomo, Gabriele Baldini. Nel 1970 pubblica la raccolta di saggi Mai devi domandarmi. Nel 1973 pubblica la raccolta di commedie Paese di mare e il romanzo, metà narrativo e metà epistolare, Caro Michele. Nel 1974 pubblica la raccolta di saggi e articoli Vita immaginaria. Nel 1977, col titolo Famiglia, due racconti lunghi, Famiglia e Borghesia. Nel 1983 pubblica la ricerca storico-epistolare La famiglia Manzoni. È eletta deputata alla Camera nel gruppo degli Indipendenti di sinistra. Nel 1984 pubblica il romanzo epistolare La città e la casa. Nel 1987 è rieletta alla Camera. Nel 1989 pubblica la commedia in tre atti, L’intervista. Nel 1989 pubblica il saggio Serena Cruz o la vera giustizia. Muore nella notte tra il 7 e l’8 ottobre del 1991 nella sua casa di Roma.

l'ussaro sul tetto

JEAN GIONO, nasce il 30 marzo 1895 a Manosque. Figlio unico di una lavandaia e di un calzolaio, cresce in un ambiente modesto. Costretto ad interrompere gli studi all’età di sedici anni per cercare lavoro, diventa impiegato della Banca di credito del Sud-Est. Giono , però, non ama questo lavoro e trascorre le sue ore libere a leggere Virgilio ed i grandi classici. La mobilitazione generale pone un termine alla sua vita tranquilla: il giovane è arruolato e per quattro anni conosce l’orrore delle trincee. Torna dalla guerra convinto dell’assurdità della società moderna e si rifugia più che mai nella letteratura. Nel 1919 ritorna in banca, dove riprende la sua vita tranquilla. I suoi primi romanzi, Colline (1928), Un de Baumugnes (1929), Regain (1930), sono impregnati dell’atmosfera della Provenza, poiché i personaggi stessi si confondono con il paesaggio. Dal 1930 alla seconda guerra mondiale Giono scrisse romanzi e pièces pacifiste: fra i primi Que ma joie demeure (1935), fra le seconde La femme du boulanger (1943). L’atmosfera politica degli anni ’30 rafforza le sue idee pacifiste. Ammirato e odiato allo stesso tempo, si fa portavoce di una generazione che non riconosce nelle due guerre mondiali. I suoi appelli alla rivolta e al rifiuto dell’obbedienza conducono Giono dritto in prigione quando scoppia la guerra nel 1939; cinque anni più tardi viene nuovamente arrestato sotto l’accusa di collaborazionismo. L’esperienza segna profondamente lo scrittore che cambia radicalmente la direzione della sua opera: sono gli anni di Un roi sans divertissement  (1947) e Deux cavaliers de l’orage (1966). E tuttavia nella sua opera Giono non ha rinunciato alla gioia, vi perviene però in modo diverso, vale a dire attraverso il ricorso sempre più frequente alla dimensione allegorica. Su questa via Giono è arrivato a comporre mirabili «chroniques romanesques», ossia racconti poetico-fantastici magicamente ambientati nel passato; fra tutti il più celebre Le hussard sur le toit (1951).

Muore a Manosque nel 1970 con la sua visione dello scrittore come «viaggiatore immobile».

i dolori del giovane werther

Johann Wolfang Goethe nasce il 28 agosto 1749 a Francoforte sul Meno. A soli otto anni compone i primi versi. Per volere di suo padre a Lipsia, frequenta l’università di giurisprudenza. Nel 1770 si trasferisce a Strasburgo per perfezionare i suoi studi. L’anno seguente, al termine degli studi, si trasferisce a Francoforte dove lavora come avvocato senza interrompere la sua attività poetica. Risale a questo periodo il famoso inno giovanile, il Canto del viandante nella tempesta. A Wetzlar, dove si trasferisce per motivi di lavoro, conosce e si innamora di Charlotte Buff, già fidanzata. Ispirato dalla sua passione finita male, scrive Werther, pubblicato nel 1774, assicurandogli un successo travolgente.  Tra il 1773 e il 1774 scrive un altro celebre inno, Prometeo. L’anno seguente si fidanza con Lili Schönemann, ma la relazione non durerà. Johann si trasferisce a Weimar, dove s’impegna nella vita pubblica e politica. Risalgono a questi anni i famosi inni: Viaggio invernale nello Harz (1777), Limiti dell’umano  (1781), Il divino (1783), Il canto notturno del viandante (1783), due celebri ballate come Il pescatore (1778) e Il re degli Elfi (1782). Sempre in questi anni nasce e matura il progetto del Meister. Nello stesso periodo,inoltre, prende forma il Faust e s’intensifica il lavoro ai drammi Ifigenia in Tauride e Torquato Tasso,  e alla tragedia Egmont.  Ben presto anche Weimar lo stancherà, la ragione profonda di questa sua inquietudine nasce dal desiderio di volersi dedicare interamente all’attività poetica. E così il 3 settembre 1786, parte per un viaggio in Italia che il poeta definirà una vera e propria rinascita. Finalmente trova una dimensione esteriore ed interiore nuova, in cui matura sia l’uomo che il poeta. Tornato a Weimar, incontra Christiane Vulpius, una giovane di modeste condizioni, con cui comincia a convivere attirandosi non poche critiche e dalla quale avrà un figlio. Negli anni che seguono stringe una sempre più forte amicizia con Schiller,che lo invita a collaborare alla rivista «Die Horen». Nel 1805, la scomparsa di Schiller, colpisce profondamente Goethe. L’anno seguente, spinto dai disordini scoppiati a Weimar ad opera dei francesi, sposa Christiane, come a voler mettere ordine nella sua vita privata. Tra il 1807 e il 1810 scrive il ciclo di sonetti Le affinità elettive e pubblica la prima parte del Faust.  Con le poesie del Divan, nel 1814, celebra , ormai alla soglia della vecchiaia, una ritrovata adolescenza. Lavora inoltre al Viaggio in Italia. Dall’amore non corrisposto per Ulrike von Levetzow, nasce la Trilogia della passione. Nel 1829 completa il Viaggio in Italia, la sua autobiografia e il Faust. Muore a Weimar il 22 marzo 1832.

tregua

Ilaria Goffredo Nata nel 1987, laureata in scienze della formazione. Vive in Puglia. Ha viaggiato in tutta Europa e ha lavorato in agenzie di viaggi e grandi villaggi turistici. Nel 2005 ha lavorato come volontaria in una scuola professionale di Malindi, in Kenya. Lì si è innamorata di quella terra meravigliosa e della sua gente straordinaria. È stata giurata ufficiale del concorso “Casa Sanremo Writers Edizione 2013”. Ha vinto diversi premi letterari per racconti e diari di viaggio. Con il romanzo “Tregua” si è  classificata finalista nel concorso nazionale ilmioesordio 2012. Lo stesso romanzo si è classificato al secondo posto nel contest letterario “Ti presento il mio libro” di Leggere a colori e Convivio creativo, e al terzo posto nel contest “Il miglior incipit” di Espressione libri.

 

La-lettera-scarlatta-–-Nathaniel-Hawthorne

Nathaniel Hawthorne nacque a Salem, nel Massachussetts, nel 1804, in una famiglia puritana. Appartenenza che gli provocò una forte e tormentata sensibilità al male presente sia nell’individuo sia nella comunità. Tormento che ha riversato nelle sue opere migliori vale a dire La lettera scarlatta (1850), La casa dei sette abbaini (1851) ed Il fauno di marmo (1860).  Notevoli anche le raccolte di racconti Twice told tales (1837; II edizione accresciuta, 1842) e Mosses from an old Manse (1846). Muore a Plymouth, New Hampshire, nel 1864.

 

 

i_sotterranei

Jean-Louis de Keroauc, noto come Jack Kerouac, nasce il 22 marzo 1922 a Lowell, nel Massachusetts, da una famiglia di origini franco-canadesi. A undici anni scrive il suo primo racconto The cop on the beat, manifestando sin da bambino la predisposizione alla scrittura. È sbagliato però credere che la letteratura fosse la sua sola passione, Jack si rivela un ragazzo pieno di interessi. Al liceo dimostra grande attitudine allo sport, talento che gli permette di vincere una borsa di studio per la Columbia University dove non porterà mai a termine i suoi studi. Indomabile spirito ribelle, incapace di stare seduto per troppo tempo, contro il volere dei suoi genitori, abbandona gli studi perché incuriosito dalla vita fuori le mura accademiche. Comincia lavorando come muratore prima e apprendista metallurgico poi, fino a quando non si arruola in Marina nel 1942. Esperienza che dura poco a causa dei suoi problemi psicologici; ciò nonostante, profondamente affascinato dal mare, decide di imbarcarsi su un cargo mercantile. Altra esperienza destinata a finire presto, perché  il giovane Kerouac si trova coinvolto in un omicidio sullo sfondo di un rapporto omosessuale. Tra un viaggio e l’altro conosce William Borroughs e Allen Ginsberg, con cui nascerà una profonda amicizia. Nel 1945 lavora al suo primo romanzo La città e la metropoli, pubblicato nel 1950. Nel 1946 incontra Neil Cassidy che diventarà il suo migliore amico e fonte d’ispirazione per molti dei personaggi dei suoi romanzi. Nel 1947, Kerouac comincia il suo viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti, spostandosi con l’autobus o facendo l’autostop. Durante un soggiorno sulla West Coast incontra Gary Snyder, che lo avvicinerà al buddhismo. A questa scoperta s’inspira il romanzo I barboni del Dharma.

Il romanzo capolavoro, in cui si condensano la sue concezioni di vita, è On the road, che dopo numerosi ostacoli prima di essere pubblicato, si candida a diventare il manifesto della Beat Generation. Siamo nel 1951.

Nel 1958 viene pubblicato I Sotterranei.

Kerouac è anche un grande appassionato di musica, scrive di jazz sul giornale della Columbia University.

Non smetterà mai di scrivere, anche quando non è ancora famoso, alternando la produzione letteraria a lunghe pause durante le quali si rifugia a San Francisco dove entra in contatto con gli esponenti della San Francisco Renaissance.

Muore il 21 ottobre 1969 a causa di problemi dovuti all’alcolismo. Ha scritto in totale una dozzina di romanzi.

l'dentità - Kundera

Milan Kundera, scrittore cecoslovacco (Brno 1929). Studiò filosofia e musica all’università di Praga, si laureò nel 1958 alla facoltà di arti cinematografiche, dove in seguito insegnò letteratura. Impegnato nelle riforme della Primavera di Praga, Kundera perse il lavoro durante la «normalizzazione». Nel 1975 si trasferì in Francia, dove insegnò all’università di Rennes e poi a Parigi. Kundera cominciò a pubblicare dal 1946 su molte riviste tra cui «Plamen» (Fiamma),« Kulturnì tvorba» (Creazione culturale), «Orientace»(Orientamento), «Literární listy» (Giornale letterario), «Listy» (Giornale), e curò le opere di F.Gellner, V.Vančura, V.Nezval, G.Apolinnaire. iniziò la sua attività letteraria con il libro di poesie Uomo, giardino vasto (1953),in totale rottura con la convenzionalità della versificazione di quel periodo. Le raccolte, Ultimo maggio (1955) e Monologhi (1957) che contengono poesie espressione della vita emotica dell’uomo e dei suoi problemi etici e psicologici, suscitano l’aspra reazione della critica ufficiale. Nel 1962 Kundera scrive per il teatro il dramma Possessori delle chiavi (1962), ambientato durante l’occupazione nazista, sul conflitto morale tra il rischio dell’agire e l’inerzia dell’indifferenza. Ritornerà al teatro con Uccelli del 1969 e nel 1970 con Jacques e il suo padrone. Nel saggio L’arte del romanzo, analizza la prosa moderna. Segue una vasta produzione in prosa: nel 1963, 1965 e 1969, escono il primo, il secondo e il terzo quaderno dei racconti Amori ridicoli (1988). Nel 1967 il romanzo Lo scherzo.  All’agire dei suoi personaggi è sottesa l’illusorietà dell’aspirazione umana a plasmare la vita propria o l’evolversi della società. La disillusione esistenziale sfocia nella constatazione che gli uomini sono prigionieri delle conseguenze delle loro azioni che vanno a combinarsi in modo incontrollato, spesso grottesco.

Kundera prosegue anche in esilio le sue opere di narrativa: La vita è altrove 1972, Il valzer degli addii 1977, Il libro del riso e dell’oblio(1978), L’insostenibile leggerezza dell’essere (1984).si aggiungono ai temi precedenti dei nuovi motivi: l’abbandono della terra natia, il senso dello sradicamento che si mescolano ai ricordi della Cecoslovacchia nei momenti cruciali della sua esistenza, dal 1948 al 1968 Kundera combina sapientemente le vicende dei personaggi per illustrare le sue tesi, in un complesso disegno dei problemi umani. Il personaggio kundiano, è l’emblema dell’uomo moderno, nella sua incomunicabilità e solitudine. Per i meriti artistici, è stato insignito di numerosi premi letterari. Dopo il romanzo L’immortalità (1990)sul rapporto tra l’uomo e il mondo dominato dall’immagine ha scritto in francese il saggio-romanzo I testamenti traditi (1994), sul romanzo contemporaneo, La lentezza (1995) contro la velocità del mondo moderno ed un elogio della lentezza ritrovata, anche narrativamente, e L’identità (1997). Nel 2000 pubblica L’ignoranza, nuova impegnativa prova romanzesca che affronta i temi dell’esilio, dell’assenza, della memoria e dell’oblio.

angelsinamericanotappro

Tony Kushner è nato a New York nel 1956 e cresce a Lake Charles, dove la sua famiglia si trasferisce dopo aver ereditato un deposito di legname. I suoi genitori, musicisti classici, creano un ambiente in cui l’arte occupa un ruolo molto importante. Tony comincia ad interessarsi al teatro molto giovane, vedendo sua madre esibirsi sul palcoscenico. Capisce di essere gay già all’età di sei anni, ma farà coming-out solo dopo aver frequentato delle sedute di psicoterapia, nel tentativo di cambiare il suo orientamento sessuale. Nel 1974 si trasferisce a Los Angeles dove si laurea in Letteratura inglese. Alla Colomba University  studia regia , in parte perché dubita delle sue possibilità di diventare un drammaturgo.

Le sue prime commedie includono Stella (1987), un adattamento dell’opera di Goethe e prodotta a San Francisco, A Bright Room Called Day (1987), prodotta a San Francisco, The IIlusion (1987), tratta dall’omonima opera di Corneille, prodotta a Los Angeles e poi a Hartford nel 1990, e Slavs (1994).

Angels in America è un’opera in due parti. La prima Millennium Approches , ambientata negli anni ’80, e laal seconda Perestroika, ambientato negli anni ’90 , con un nuovo senso di comunità.

Si tratta di un’accusa alla politica di Reagan e segue il percorso di tre gruppi di persone: una coppia gay di cui uno è malato di AIDS e l’altro ha problemi emozionali, un mormone che non accetta la sua omosessualità, e l’avvocato Roy Cohn, un personaggio storico che muore di AIDS nel 1986, negando la sua omosessualità fino alla fine.

Il Newsweek ha definito Angels in America l’opera americana più ambiziosa dei nostri tempi:

Nel 2003 la HBO ha creato una miniserie televisiva dell’opera, Tony Kushner ha adattato il testo per la tv, e Mike Nichols era il regista. Nell’aprile del 2003 Tony Kushner e Mark Harris si sposano a Los Angeles. Si tratta della prima cerimonia gay celebrata nella colonna Vows del New York Times.

 ouraniaJ.M.G. Le Clézio nasce a Nizza nel 1940. I suoi genitori discendono da una famiglia bretone che nel XVIII secolo emigrò nelle isole Mauritius, qui hanno acquistato la cittadinanza inglese in seguito all’annessione dell’isola all’impero britannico. Le Clézio si considera un madrelingua francese di nazionalità mauriziana. Data la cittadinanza dei suoi genitori parla correntemente anche l’inglese di cui apprezza molto la letteratura, meno seriosa e austera di quella francese. Vivrà a lungo nella foresta amazzonica, dove imparerà l’amerindo. A soli ventitré anni vince il premio Rénoudout con il romanzo Le procès verbal, che lo consacrerà al successo. Dalla sua esperienza nella foresta nasce il romanzo Désert pubblicato nel 1980. Nel 2008 vince il premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: «scrittore di nuovi inizi, dell’avventura poetica e dell’estasi sensuale, esploratore di un’umanità al di là e al di sopra della civiltà regnante». Ha pubblicato anche racconti, favole, saggi, articoli ed alcune traduzioni della mitologia indiana.

discesaDoris Lessing nasce come Doris May Tyler in Persia (attuale Iran) il 22 ottobre 1919, entrambi i suoi genitori erano inglesi. Suo padre, mutilato durante la prima guerra mondiale, era un impiegato della Banca imperiale nell’allora Persia; sua madre era un’infermiera. Nel 1925, attratta dal miraggio della ricchezza attraverso la coltivazione del mais, tutta la famiglia si trasferisce nella Rodesia del sud (attuale Zimbabwe). La mamma di Doris si adatta alla dura vita del posto lottando per imporre tra i selvaggi ciò che secondo la sua visione coincide ad uno stile di vita civilizzato; al contrario di suo padre che non ricaverà l’auspicato benessere dai circa mille acri di boscaglia che aveva acquistato.

La scrittrice ha descritto la sua infanzia come caratterizzata da un mix di gioia e dolore. La natura, che esplorava insieme a suo fratello Harry, rappresentava un rifugio rispetto ad un’esistenza triste. Sua madre, ossessionata dall’idea di allevare una figlia ben educata, applica un sistema di regole molto rigido anche dal punto di vista igienico; in seguito iscrive Doris ad una scuola conventuale, dove le suore insegnano la dannazione e raccontano storie dell’inferno. Frequenta poi una scuola femminile, da cui si ritira poco dopo. A tredici anni conclude il sua percorso educativo formale.

Come altre scrittici dell’Africa meridionale (Oliver Schreiner e Nadine Godimer), la Lessing diventa un’autodidatta.

Recentemente aveva dichiarato che dalle infanzie tristi nascono i romanzieri. “Penso che sia vero, anche se l’ho capito solo dopo. Allora non pensavo di diventare una scrittrice, pensavo solo a come scappare, tutto il tempo.” I pacchi di libri da Londra, nutrono la sua immaginazione, rivelando altri mondi dove scappare. Le prime letture di Doris includono Dickens, Scott, Stevenson, Kipling; in seguito scopre D.H.Lawrence, Stendhal, Tolstoy, Dostoevsky. Anche i racconti della buona notte hanno nutrito la sua giovinezza. Glieli raccontava sua madre e a sua volta Doris li raccontava al fratellino per tenerlo sveglio, tirando fino a tardi. I primi anni di vita di Doris assorbono anche i dolorosi racconti di guerra di suo padre, una sorta di veleno. “Siamo tutti creati dalla guerra” ha scritto “piegati e deformati dalla guerra, ma sembra che lo dimentichiamo.”

In fuga da sua madre, la Lessing se ne va di casa a quindici anni e comincia a lavorare come bambinaia. Il suo datore di lavoro le dà da leggere libri di politica e sociologia, mentre suo cognato s’infila nel suo letto e la bacia inopportunamente. In quel periodo, scrive la Lessing, era «in una febbre di desiderio erotico». Frustrata dal suo spasimante retrograde, si vizia con sofisticate fantasie romantiche. Scrive anche storie e le  vende ad alcune riviste del Sudafrica.

La vita della Lessing è stata una sfida alla sua idea secondo cui le persone non possono opporsi alle correnti del loro tempo, così come ha lottato contro le imposizioni culturali e biologiche che hanno lasciato che fosse assorbita dal matrimonio e dalla maternità senza un lamento. “C’è un’intera generazione di donne” ha detto riferendosi all’epoca di sua madre “le cui vite sembrano fermarsi quando hanno dei figli. La maggior parte di loro diventano nevrotiche, a causa, penso, del contrasto tra ciò che gli è stato insegnato a scuola su cosa possono essere e ciò che gli accade veramente.”

Nel 1937 si trasferisce a Salisbury, dove ha lavorato come operatore telefonico per un anno. A diciannove anni, sposa Frank Wisdom, da cui ha due figli. Pochi anni dopo, sentendosi intrappolata in una persona che temeva l’avrebbe distrutta, lascia la sua famiglia, rimanendo a Salisbury. Successivamente viene designata come uno dei membri del Left Book Club, un gruppo di comunisti che leggono ogni cosa. Gottifried Lessing era il membro principale del gruppo, con cui la scrittrice si sposa e ha un figlio.

Durante gli anni del dopoguerra, la Lessing diventa incredibilmente disillusa riguardo al partito comunista, che lascia definitivamente nel 1954. Nel 1949, la Lessing si trasferisce a Londra con suo figlio più piccolo. Quell’anno pubblica anche il suo primo romanzo The Grass is singing (L’erba canta).

Il romanzo della Lessing è profondamente autobiografico, gran parte riconducibile alle sue esperienze africane. Attingendo dai suoi ricordi d’infanzia e dal suo impegno politico e sociale, la Lessing ha scritto dello scontro tra culture, delle volgari ingiustizie dovute all’iniquità razziale, della lotta tra elementi contrastanti in una stessa personalità, e del conflitto tra la coscienza individuale e il bene della collettività. Le sue storie e novelle ambientate in Africa, pubblicate negli anni ’50 e ’60, denunciano l’espropriazione degli Africani da parte dei colonialisti e descrivono la sterilità della cultura bianca nell’Africa del sud. Nel 1956, in risposta alla sua schiettezza, la Lessing, fu dichiarata una straniera bandita dalla Rodesia del Sud e dal Sudafrica.

Negli anni, la Lessing ha provato a conciliare ciò che ammirava del romanzo del diciannovesimo secolo  vale a dire “la sua atmosfera di giudizio etico”all’attenzione data dal romanzo del ventesimo secolo alla coscienza e al tempo. Dopo aver scritto la serie Children of violence (Figli della violenza 1951-1959), un bildungsroman formalmente convenzionale sulla maturazione della coscienza della sua eroina Martha Quest , la Lessing sonda un nuovo terreno con The Golden Notebooke (Il taccuino d’oro 1962), un coraggioso esperimento narrativo, in cui la molteplicità delle personalità di una donna contemporanea sono rese in maniera straordinariamente approfondita e dettagliata. Anna Wulf, come la Lessing, s’impegna per l’onestà senza pietà volendo liberare se stessa dal caos, dal torpore emozionale, e dall’ipocrisia che affligge la sua generazione.

Accusata di essere una non femminista in seguito alla raffigurazione della rabbia e aggressività della donna, la Lessing risponde: “Evidentemente cosa pensano, sentono, vivono tante donne sorprende molto”Un altro critico nota, Anna Wulf “tenta di vivere la libertà di un uomo”un punto che la Lessing sembra confermare: “questi atteggiamenti negli scrittori sono dati per scontati, accettati come normali, certamente non come una donna da detestare, aggressiva o nevrotica.”

Negli anni ‘70 e ’80 comincia ad esplorare in maniera approfondita l’introspezione quasi mistica che Anne Wulf sembra raggiungere alla fine del romanzo The Golden Notebook. Il suo romanzo sullo spazio interiore ha al centro fantasie cosmiche, paesaggi onirici e altre dimensioni come in Briefing for a Discent into the hell (Discesa all’inferno 1970), Memoirs of a Survivor (Memorie di una sopravvissuta 1974), e il fantascientifico indaga su più livelli d’esistenza, Canopus in Argos Archives: 1979-1983 (Canopus in Argos Archivi: 1979-1983). Queste opere riflettono l’interesse della Lessing, fin dal 1960, per Idries Shah, i cui scritti sul sufismo sottolineano l’evoluzione della coscienza e la convinzione che la liberazione individuale possa avvenire solo se le persone colgono il legame tra il loro destino e quello della società

Tra i romanzi della Lessing ci sono anche: The Good Terrorist (La brava terrorista 1985) e The fifth child (Il quinto figlio 1988); ha inoltre pubblicato due romanzi con lo pseudonimo di Jane Somers The diary of a good neighbour (1983) e If the old could (Se gioventù sapesse 1984). Ha scritto anche libri sui gatti, su un amore dell’infanzia Under my skin Volume one of my autobiography, to 1949 (Sotto la pelle, la mia autobiografia fino al 1949) che appare nel 1995 ricevendo il James Tate Black Prize

Ha collaborato con l’illustratore Charles Adlard creando il fumetto Playing the game.

Nel 1997, il romanzo Love again (Amare ancora) è pubblicato da Harper Collins.

Più tardi, quello stesso anno, Harper Collins pubblica Play with a tiger and other plays, una raccolta di tre delle sue opere teatrali: Play with a tiger, The singing door e Each his own Wildrness.

Nel 1997, in collaborazione con Philip Glass, scrive il libretto per l’opera The marriages between Zone Three, Four and Five . Ad ottobre dello stesso anno, Walking in the shade: Volume two of my autobiography 1949 to 1962(Camminando nell’ombra: secondo volume della mia autobiografia dal 1949 al 1962), il secondo volume della sua autobiografia è pubblicato ricevendo la candidatura al National Book Critics  CIrcle Award nella categoria biografie/autobiografie.

Nel 1999 è la volta del romanzo Mara and Dann , nella primavera del 2000 il seguito di The fifth son (Il quinto figlio), Ben, in the world (Ben nel mondo 2000) viene pubblicato.

Nel 2007 vince il premio Nobel per la Letteratura.

Il suo ultimo romanzo è Alfred and Emily(2008).

È morta il 17 Novembre del 2013.

 

 

 

 

 

la signora craddock 2William Somerset Maugham nasce a Parigi il 15 gennaio 1874, figlio di un avvocato inglese trasferitosi in Francia e di Edith Mary Snell. La sua vita trascorre serena e felice fino all’età di otto anni quando sua madre muore in seguito ad un parto. Qualche anno dopo muore anche suo padre. Da quel momento la vita dello scrittore cambierà. Si trasferisce nel villaggio inglese di Whitestable, presso lo zio paterno, pastore protestante, vivendo un’adolescenza tormentata; riceve infatti una rigida istruzione ed è oggetto di scherno da parte dei suoi compagni che lo insultano per la sua balbuzie e l’inglese ancora stentato. Trascorrerà due anni a Heidelberg, in Germania, dove si appassiona alla filosofia e non solo, si avvicina al mondo della letteratura, della musica e del teatro scoprendo Ibsen e Sudermann. Rientrato in Inghilterra, s’iscrive alla facoltà di medicina che rappresenta un porto sicuro nel caso la sua carriera di scrittore, a cui aspirava, non fosse decollata. Nel 1897 pubblica il suo primo romanzo Liza di Lamberth. I romanzi successivi seguono percorsi narrativi differenti: il romance storico La formazione di un santo(1898), il racconto di guerra in Il regalo(1901), fino agli intrecci amorosi de La Signora Craddock (1902) e Il Mago (1908). Nel primo decennio del novecento comincia a interessarsi di teatro. Il pieno riconoscimento gli arriva con i lavori teatrali: Lady Frederick (1907), Penelope(1912), il Circolo (1921), Gran mondo (1917), Home and beauty (1923), Colui che guadagna il pane(1932). È con lo scoppio della prima guerra mondiale che ha inizio la fase più avventurosa della sua vita che gli provoca un notevole peggioramento dei suoi polmoni da tempo malati, costringendolo a ricoverarsi in un sanatorio scozzese dove fa la conoscenza di Gerarld Haxton con cui allaccia un profondo e durevole legame che finirà solo con la morte di Haxton. Questo periodo appare fondamentale per la sua evoluzione letteraria. Nel 1915 un grande successo accoglie la pubblicazione di Of human Bondage (Schiavo d’amore) dove racconta la sua vita dalla morte della madre all’esperienza all’ospedale di St Thomas, durante la sua breve carriera di medico. In questo romanzo come in The Moon and Sixpence (1919) e Cakes and Ale (1930) le sue esperienze personali trovano un contesto ideale: la Guerra, il matrimonio con Gwendolyn da cui avrà una figlia, il divorzio, le avventure come agente segreto, i viaggi nel sol levante in compagnia di Haxton. Da questi romanzi come da altri (Il velo dipinto 1925, Theatre 1937, A Christmas Holiday 1940) saranno tratte trasposizioni cinematografiche. Nei romanzi del dopoguerra Maugham manifesta la necessità di un approfondimento spirituale, come nell’ascetica figura del protagonista di The Razor’s edge (1944, Il filo del rasoio) e nello sguardo al passato rivolto in Catalina(1948). Occorre inoltre ricordare le due raccolte di racconti Ashenden, o l’agente inglese (1975) e Pioggia(1981); l’autobiografia La resa dei conti (1938), una sorta di diario di lavoro, Il taccuino di uno scrittore (1949) e il volume di saggi Il romanzo e i suoi autori(1954). Dopo gli ultimi successi teatrali nella stagione 1926-27, capisce di non essere più in sintonia con il suo pubblico, di non essere capace a scrivere commedie che si adattino ai nuovi tempi. Abbandona così l’Inghilterra per stabilirsi sulla Costa Azzurra. Inoltre ad aumentare la sua amarezza s’insinua la consapevolezza che non sarà mai considerato un grande scrittore, nonostante la fama mondiale. Muore il 15 dicembre  1965 in Francia, terra dove era nato.

Maiale-Lebbroso

Mosta Mastur nasce ad Ahvaz nel 1964. Pubblica il suo primo racconto nel 1991 e la sua prima raccolta nel 1998. A partire dal 2000, grazie ad un crescente successo di pubblico e di critica, testimoniato da numerose ristampe delle sue opere e dall’attribuzione di diversi premi letterari, Mastur viene considerato tra gli scrittori iraniani più interessanti della generazione arrivata alla letteratura seguendo gli ideali della rivoluzione.

Sperimentando forme narrative e linguaggi diversi, Mostafa Mastur si inoltra nei più diversi campi della cultura, passando dalla filosofia, al cinema, al teatro. Fine traduttore, fa conoscere in Iran le opere di Raymond Carver. Da una profonda riflessione sul senso di fallimento dell’uomo rispetto alla vita come esperienza dell’altro, di sé e di Dio,Mastur elabora storie di autentica umanità, ritraendo personaggi complessi e pulsanti che, dibattendosi tra ansie e interrogativi insistenti, raccontano di un Iran vivo e multiforme.

irene-nemirovsky-il-vino-della-solitudine-Irène Némirovisky nasce nel 1903 a Kiev in Ucraina, nel 1919 si trasferisce con la famiglia in Francia. Suo padre era un ricco banchiere, non molto presente nella sua vita. La madre rispecchia le madri che popolano i suoi romanzi, frivola e disattenta. Nel 1939 si converte al cattolicesimo. Nonostante ciò sarà arrestata dai nazisti e deportata ad Auschwitz nel 1942, dove quello stesso anno morirà di tifo. Anche suo marito, dal quale avrà due figlie, verrà imprigionato e condannato a morte. Gran parte delle sue opere in Italia sono state pubblicate da Adelphi, a partire dal 2005. Nel 1929 pubblica David Golder, seguito da Il ballo nel 1930. Nel 1935 è la volta de Il vino della solitudine. Tra le opere più importanti ricordiamo Suite francese pubblicato solo nel 2004, dopo il ritrovamento da parte della figlia. Si tratta di un’opera incompleta.

occhi di cielo e stelle

Nadia Nunzi è una ragazza di 35 anni che nasce e vive in provincia di Fermo, nelle Marche e che lavora attualmente come commessa in un negozio multi settoriale di un piccolo Centro Commerciale. Ha frequentato l’ist. Statale d’Arte, senza conseguire il diploma, a causa della sua estrema emotività ed ha sempre avuto un particolare interesse per la scrittura o meglio il bisogno di scrivere per riuscire a comunicare. Non ha mai approfondito gli studi a riguardo ed ha sempre scritto in maniera istintiva, ma le piacerebbe poter fare della sua passione un lavoro, con la speranza che quest’ultimo non la spenga. “Occhi di Cielo&Stelle” è un racconto che risale al 2004 ed è la sua prima pubblicazione in digitale edita da Lettere Animate. Altri racconti sono stati inseriti nella raccolta “Jukebox” pubblicata dalla medesima Casa Editrice. Sta lavorando ad ulteriori romanzi prossimi alla pubblicazione. Altri scritti e pezzi di vita potete trovarli nel suo blog personale: http://shesaysdragonfly.blogspot.it/ e nell’omonima  pagina di Facebook che attualmente gestisce https://www.facebook.com/pages/She-says-Dragonfly/1409690342635288

country girls

Edna O’Brien nasce a Tuamgraney, contea di Clare, nel 1930. Esordisce con la trilogia The Country girls(1959; Ragazze di campagna), The lonely girl(1962; La ragazza sola, ivi 1964; La ragazza dagli occhi verdi, Roma 1989), Girls in thei married bliss(Ragazze nella felicità coniugale, Roma, 1990). La nota caratteristica del suo amaro universo femminile è la consapevolezza della fugacità della soddisfazione sessuale e tuttavia dell’impossibilità di trovare altri e più gioiosi rapporti umani in un mondo dominato da valori maschili. La sua produzione successiva va dal romanzo- Night (Notte, 1972), The High Road(L’autostrada, 1988), Time and Tide(1992; Le stanze dei figli, Roma 1993), Wild Decembers ( Dicembre selvaggi, 1999), In the forest(Nella foresta, 2002), al teatro, A cheap Bunch of Nice Flowers (Un mazzo di bei fiori a poco prezzo,1963), The Gathering (La riunione, 1974), al racconto, A Fanatic Heart (1984; Il cuore fanantico, Milano 1992), Lantern Slides (1990, Lanterna magica, Roma 1994)-alla sceneggiatura cinematografica-O.Y and Zee(1972).

dolci

SERGIO ORICCI nasce il 3 settembre 1982, la sua età spiega una biografia così breve. I suoi passatempi preferiti sono il cinema, la lettura, i videogiochi, la musica e la scrittura. Con la casa editrice I sognatori, ha pubblicato Gioie e sapori e Fame.

 

il cardillo addolorato 1

ANNA MARIA ORTESE nasce a Roma il 3 giugno 1914, da Oreste Ortese, impiegato governativo e Bianca Vaccà, dipendente delle poste. La piccola Anna Maria frequenta le scuole elementari in Libia fino a quando fa ritorno in Italia con i suoi genitori, stabilendosi a Napoli. Ha trascorso un’infanzia di stenti, vagabondando da un paese all’altro. Ha abitato in dieci città diverse, cambiando circa trentasei case, quasi tutte assediate dal rumore, cadenti, buie, gelide o soffocanti. Lascia la scuola a quattordici anni  ma si mette a studiare sui libri dei fratelli, imparando da autodidatta il francese e lo spagnolo. Ha vissuto tutta la vita con sua sorella Maria, morta nel 1993. Scrive la sua prima prosa letteraria a diciassette anni e la invia a «Italia Letteraria» che la pubblica. Esordisce con un volume di prose liriche, Angelici dolori (1937) dove rivela una sensibilità acutissima. Nelle opere successive si va affermando la personalità di un’autrice non riconducibile ad alcuna influenza, sensibile ed attenta alla realtà però, capace di trasfigurarla attraverso uno sguardo leggero e penetrante allo stesso tempo. Una prova importante della sua arte è rappresentata da Il mare non bagna Napoli (1953, premio Viareggio)dove la contrapposizione tra la visionaria oggettività del primo racconto “Un paio d’occhiali” e la concitata soggettività dell’ultimo “Il silenzio della ragione”,è il frutto della non comune duttilità espressiva di Anna Maria Ortese. Nel 1965 fa il suo debutto nel romanzo con L’Iguana, che apre “la stupefacente processione di esseri vilipesi e oscuri, di spoglie zoomorfe, sentimenti umani e virtù celesti, destinati ad accamparsi sui frontespizi dei romanzi a venire”(M.Farnetti); seguono Poveri e semplici (1967, Premio Strega), La luna sul muro (1968), L’alone grigio (1969), Il porto di Toledo (1975), dove memorie d’infanzia e giovinezza sono trasfigurate fantasticamente in una narrazione di struttura complessa,Il cappello piumato (1979), incentrato su una giovane protagonista femminile immersa in un ambiente intellettuale.

Verranno infine le cose più mature e note, Il cardillo addolorato (1993), dove un bambino folletto e una ragazza sedicenne rappresentano la vitalità contrapposta all’ipocrisia della civiltà, e Alonso e i visionari (1996)che ruota intorno alla morte di Julio, capo di una banda di terroristi, e alla simbolica figura di un cucciolo di puma.

Ha inoltre collaborato con molti quotidiani e periodici ed è stata redattrice della rivista «Sud» negli anni’40.

Appartata ed introversa, lontana dagli ambienti letterari, segnata per tutta la vita dal dolore e dalla povertà (si scrive perché si cerca compagnia, poi si pubblica perché gli editori danno un po’ di denaro),è la maggiore scrittrice, insieme ad Elsa Morante, che il ‘900 abbia espresso.

Muore a Genova nel 1998.

 

 

 

 

 

 

 

la luna e i falò Cesare Pavese nasce il 9 settembre 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe. Perde suo padre molto presto, a causa di un tumore al cervello. Nel 1933 quando nasce la casa editrice Einaudi, diventa uno dei primi collaboratori. Nel 1945, dopo la liberazione, s’iscrive al partito comunista italiano (PCI). Divenuto direttore editoriale, comincia a dedicarsi a studi religiosi, etnologici e psicologici. Grazie a lui in Italia avviene la conoscenza dell’antropologia culturale. Nel 1950, al culmine del successo, con l’ottenimento del premio Strega, muore suicida. Molto importante è anche l’ attività di traduttore. Tra le sue traduzioni ricordiamo Dedalus di Joyce e Moby Dick di Melville. Nel 1936 viene pubblicata la raccolta di poesie, Lavorare stanca. In seguito alla crisi poetica si dedica alla narrativa, tra il 1936 e 1938 pubblica la raccolta di racconti dal titolo Notte di festa. Nel 1939 pubblica Paesi tuoi al cui mondo contadino si contrappone l’ambiente urbano di La bella estate del 1940. Nel 1946 pubblica la raccolta di racconti e saggi Ferie d’agosto. In Dialoghi con Leucò del 1947 si afferma in maniera forte la concezione pavesiana del mito. Del 1949 è La casa in collina e La collina dei diavoli, seconda opera del trittico La bella estate che termina con Tra donne sole. Nel 1952 viene pubblicato Il mestiere di vivere. Diario 1935-1950, che S.Solmi definisce: «anziché, com’è stato detto, una preparazione alla morte, va letto come una lunga, strenua difesa contro la morte». Nell’aprile 1950 viene pubblicato La luna e i falò la cui epigrafe shakespeariana Ripeness is all (La maturità è tutto) testimonia del suo congedo dall’amore e dalla poesia.

felicità nuda

Maria-Cristina Petrucci, nata a Reggio Emilia nel 1977, lavora a Sassuolo e vive a Fiorano Modenese con il marito e le tre figlie.

 

 

 

 

RothJoseph Roth nasce il 2 settembre 1894 a Brody, in Ucraina, da genitori ebrei. Ben presto però si trasferisce a Vienna, dove frequenta l’università. Nel 1919 comincia la collaborazione, nella rubrica culturale, con il quotidiano viennese Der neue Tag che chiuderà l’anno successivo. Collaborerà con diverse riviste e quotidiani, tra cui il Frankfurt Zeitung, realizzando numerosi reportage. Nel 1930 pubblica Giobbe. Romanzo di un uomo semplice. Nel 1932 pubblica a puntate sul «Frankfurt Zeitung» La marcia di Radetzky. Nel 1938 pubblica La cripta dei cappuccini seguito nel 1939 da La leggenda del Santo bevitore e sempre nello stesso anno muore a causa di problemi di alcolismo.

 

 

 

 

 

 

il ventre di napoli

MATILDE SERAO Nasce in Grecia, a Patrasso, nel 1856. Qui trascorrerà i primi anni della sua vita. Suo padre, Francesco Serao, è un avvocato e giornalista antiborbonico.  Sua madre, Paolina Borely, è un’aristocratica greca la cui famiglia è ormai in decadenza. In seguito all’unificazione dell’Italia, la Serao con la sua famiglia tornano in Italia, prima a Ventaroli, vicino Carinola, poi a Napoli. Dal 1861 suo padre comincia a scrivere per Il Pungolo. A causa delle ristrettezze economiche la giovane Matilde non compirà un percorso di studi ordinario, familiarizzando sin dagli anni della sua fanciullezza e adolescenza con l’ambiente giornalistico.  A quindici anni, dopo un’attività da autodidatta, si presenta come semplice ascoltatrice al “Liceo Fonseca” di piazza del Gesù, a Napoli. In pochi anni ottiene il diploma di maestra senza mai smettere di aiutare finanziariamente la sua famiglia. Vince, infatti, il concorso come ausiliare ai Telegrafi di Stato, dove lavorerà per ben quattro anni, periodo durante il quale matura la consapevolezza del suo amore per la letteratura e il giornalismo. Dopo aver scritto qualche articolo per Il Giornale di Napoli, con lo pseudonimo di Tuffolina, nel 1878 porta a termine la sua prima novella dal titolo Opale, che viene pubblicata dal Corriere del Mattino. Nel 1882 si trasferisce a Roma dove collabora con il Capitan Fracassa, scrivendo di argomenti che spaziano dalla cronaca rosa alla critica letteraria. In questo caso utilizza lo pseudonimo di Ciquita.  Esordisce ufficialmente nella narrativa italiana con il romanzo Fantasia, nel 1883, duramente criticato da colui che diventerà suo marito, Edoardo Scarfoglio, che stronca il romanzo dalle colonne del Don Chisciotte. Nel 1885 i due si sposano, avendo avuto la possibilità di conoscersi meglio nella redazione de Il Corriere di Roma, fondato da Edoardo Scarfoglio. Dalla loro unione nascono: Antonio, Carlo, Paolo e Michele. Sono questi gli anni in cui la Serao pubblica Il ventre di Napoli (1884), La conquista di Roma (1885), Il romanzo della fanciulla (1886), Vite e avventure di Riccardo Joanna (1887), La virtù di Checchina (1891), Il paese di Cuccagna (1906). Chiusa l’esperienza del giornale romano, Matilde ed Edoardo si recano a Napoli dove fondano Il Corriere di Napoli, che sebbene abbia problemi economici, conosce un importante successo. Sulle pagine culturali curate da Matilde pubblicano autori del calibro di Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio. Da questa esperienza nascerà Il Mattino, nel 1892, di cui Scarfoglio è direttore e la Serao co -direttrice. Al successo del quotidiano non si accompagna la felicità della coppia, Scarfoglio ama andare dietro alle gonnelle. Nel 1892 s’innamora della cantante di teatro Gabrielle Bressard che rimane incinta dopo due anni. A quel punto Scarfoglio l’abbandona per tornare da sua moglie. Nel 1894, la Bressard sulla soglia della porta della casa di Scarfoglio e Matilde si ammazza puntandosi una pistola alla tempia, dopo aver adagiato la piccola a terra. Matilde accetta comunque di prendersi cura della bambina, nonostante il clamore suscitato dalla notizia. Decide, inoltre, non potendo più tollerare i comportamenti di suo marito, di lasciarlo insieme a Il Mattino. Nel frattempo il quotidiano resta invischiato nello scandalo dell’amministrazione Sulmonte, in cui anche Matilde viene coinvolta, accusata di aver ricevuto ricompense economiche in cambio di favori. Tra il 1902 e il 1903, l’abbandono è ufficiale. In quegli anni conosce il giornalista e avvocato Giuseppe Natale, con cui fonda il giornale Il Giorno. Dall’unione con Giuseppe nasce Eleonora, in onore della sua carissima amica Eleonora Duse. Nel 1926 Matilde riceve la candidatura al premio Nobel che viene poi assegnato a Grazia Deledda. Muore a Napoli il 25 luglio del 1927, mentre era impegnata a scrivere.

l'usignoloOscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde nasce a Dublino il 16 ottobre dal 1854 da Sir William Wilde, celebre oculista e da Jane Francesca Elgee, poetessa e irredentista. Nel 1876 Sir William Wilde muore. Oscar pubblica poesie sul Dublin University Magazine e sulla Month and Catholic Review. Nel 1878 vince il prestigioso premio di poesia Newdigate riservato ad uno studente di Oxford e si laurea in materie classiche nella stessa. Nel 1881 pubblica Poems e attira l’attenzione di Punch e di altri giornali umoristici con le sue pose estetizzanti. Diventa per il pubblico il prototipo dell’amante del bello, tanto da recarsi negli Stati Uniti per un giro di conferenze in cui far conoscere al pubblico americano un rappresentante della nuova tendenza. In quest’occasione entra in contatto con scrittori americani di spicco come Walt Whitman e Louise M. Alcott. Nel 1883, rientrato dagli Stati Uniti, dichiara di essersi lasciato alle spalle la fase estetica e si stabilisce per cinque mesi a Parigi, dove entra in contatto con i salotti letterari. Nello stesso anno, torna a New York per la prima della commedia Vera o i nichilisti, che si rivela un fiasco. Sempre in quell’anno si fidanza con Constance Lloyd, figlia di un avvocato di Dublino, che sposa nel 1884 e con la quale va a vivere in Tite Street. Nel 1885 nasce il primogenito Cyril. L’anno successivo conosce Robert Ross, studente a Cambridge, con il quale vive le prime esperienze omosessuali. Pubblica racconti su riviste (Il fantasma di Canterville, Il delitto di Lord Arthur Savile). Nasce il secondogenito Vyvyan. Nel 1887 diventa il direttore di una rivista femminile, The Lady’s world, che cambia in The woman’s world. Nel 1888 escono Il principe felice e altri racconti; nel 1889 lascia la direzione del Woman’s World. Nel 1890, tra scandali e polemiche, esce Il ritratto di Dorian Gray, sul Lippincott’s monthly Magazine; Wilde reagisce pubblicando lettere su diversi giornali in cui difende l’autonomia dell’arte rispetto alla morale. Pubblica, inoltre, il saggio Il critico come artista. Nel 1891 conosce Lord Alfred Douglas, studente ad Oxford, contemporaneamente, a New York, è messa in scena la tragedia La duchessa di Padova che, ancora una volta, si rivela un insuccesso.  Sempre in quell’anno, vengono pubblicati Il ritratto di Dorian Gray (con l’aggiunta di altri sei capitoli) la raccolta di saggi intenzioni, la raccolta di racconti Il delitto di Lord Arthur Savile e altri racconti, e il secondo libro di fiabe Una casa di melograni. A novembre-dicembre è a Parigi, dove scrive in francese Salomé. Nel 1892, Il ventaglio di lady Windermere si rivela un grande successo. Nel 1893 Salomé esce in volume. Una donna senza importanza si rivela un altro grande successo. Nel 1894 viene pubblicato Salomé nella versione tradotta da Alfred Douglas con cui soggiornerà a Firenze e a Brighton. Un marito ideale, è il terzo successo, nonostante il padre di Douglas abbia tentato di disturbare la prima presentandosi con degli ortaggi. Nel 1895 L’importanza di essere onesto debutta trionfante. Qualche giorno dopo, Wilde sporge denuncia per diffamazione contro Queensberry, che lo accusa di atteggiarsi ad omosessuale. Queensberry viene arrestato, mentre Wilde va a Montecarlo con Douglas. Al processo Queensberry è scagionato da ogni accusa e qualche tempo dopo Wilde è arrestato e rinchiuso nel carcere di Holloway. Alla conclusione del secondo processo, lo scrittore è condannato a due anni di lavori forzati e allo stesso tempo processato per bancarotta, non avendo pagato il risarcimento a Queensberry. La sua fonte di guadagno, il teatro, si è ridotta a causa della cancellazione dal cartellone delle sue commedie. Viene condannato e i suoi beni messi all’asta. Nel 1897 scrive il De Profundis, in carcere. Fuori dalla prigione cerca rifugio in un monastero cattolico ma glielo negano. Allora si reca in Francia, a Dieppe. Dal 26 novembre è a Berneval sur Mer, con lo pseudonimo di Sebastian Melmoth. Si riconcilia con Alfred Douglas con cui va a vivere a Napoli, alla Villa Giudice di Posillipo. Dopo la rottura definitiva con Douglas, si trasferisce a Parigi, dove gli vengono recapitate le copie della prima edizione de La ballata del carcere di Reading. Nel 1899 vengono pubblicati L’importanza di essere onesto e Un marito ideale. Nel 1900 si reca in Italia, a Palermo e a Roma. Ritorna poi a Parigi, dove muore il 30 novembre per una meningite contratta in seguito ad un’operazione all’orecchio.

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